mercoledì 16 aprile 2014

Cambiamo il mondo... insieme si può!!!

Servus,

dopo una lunga conversazione con un mio caro amico, la mia testa si ritrova piena di spunti, di idee e di energie, la mia voglia di condividere tutto è alla massima potenza.

Ragionavo su quanto noi tutti siamo controllati, quanto tutto sia manipolato, parlo della moda, cosicché della politica, dei social network e di tutte le inutilità che ci circondano.
Noi siamo il sale della terra, noi siamo il futuro di domani, non si nasce Nelson Mandela o Gandhi, si nasce bambini, si sogna e si impara, si gioca e si cresce e le piccole idee diventano grandi.

Cazzo dobbiamo svegliarci!!!!

La società, il mondo, i politici, sono tutti restii al cambiamento, perché il cambiamento è incontrollabile e ignoto, non si sa cosa può portare. Ma noi con le nostre menti possiamo fare grandi cose, perché farci manipolare dai giornali di parte, dalla moda di ubriacarsi, fumare, spappolarsi il cervello, stare distrutti i giorni seguenti, pensare di stare bene e invece stiamo distruggendo noi stessi fisicamente, e non stiamo dando da mangiare al mondo, non stiamo producendo idee.

Il mondo oggi gira sullo scambio di moneta, tutto è prodotto e scambiabile, a tutto viene dato un valore, ancora una volta dalla moneta.
Ma proviamo a vedere le cose da un'altra prospettiva... la moneta è un pezzo di carta a cui noi umani, per convenzione, abbiamo deciso di dare un certo valore e di usarlo come mezzo di scambio.

Ora, quante volte ci ritroviamo con la testa fra le nuvole a fantasticare sul mondo, sui nostri hobbies, su come potrebbe essere se...? E poi torniamo alla vita reale, come se avessimo perso tempo, torniamo alle preoccupazioni di tutti i giorni, i soldi, il lavoro, i bambini da crescere e il matrimonio da salvare. Ma chi l'ha detto che queste "preoccupazioni" sono davvero più importanti dei nostri sogni?

Ce lo dice la società, giorno dopo giorno, facendoci interessare a tutto purché non ci lasci il tempo di ragionare, di pensare ad un futuro migliore, diverso. Il cambiamento fa paura.

I mondiali di calcio in Brasile, la politica, l'abbigliamento alla moda, l'alcol, il fumo: sono tutte congetture della società, sono trappole che ci tendono, noi ci interessiamo a queste stronzate, ci dedichiamo tempo perché la società ci rende malati, la moda non finisce mai e noi dietro come i cagnolini, così facendo il tempo passa, il cervello invecchia e tutto il nostro potenziale, il nostro contributo che potevamo dare al mondo è buttato nella spazzatura.

La parole che più mi piace nella lingua inglese è "share", va al di là del "condividere", io vorrei un mondo basato sullo "share" e non sulla competizione, la guerra tra esseri umani porta solo alla perdita di tempo ed energia, la cooperazione invece è un valore inestimabile.

Me

domenica 6 aprile 2014

La violenza è trasmissibile?

Oggi mi voglio interrogare sulla trasmissione della violenza.

Ogni giorno sentiamo al telegiornale stragi di violenza, madri che uccidono figli, mariti che picchiano le mogli, vicini di casa che compiono atti orribili, ma come si arriva a tutto ciò?

Anche noi nel nostro piccolo, prima di arrivare ad atti di violenza così eclatanti, sperimentiamo piccole violenze quotidiane, viviamo in un'era in cui si parla spesso di stress, dovuto alla mancanza del lavoro e non solo. Ma dove sfocia tutto questo stress? Arriva un momento in cui questo stress si traduce in violenza, buttiamo a terra un vaso, un cellulare o qualcosa che ci capita davanti.
E quando qualcuno ci vede cosa prova? Un familiare, un amico, un coinquilino.

Probabilmente si interroga su cosa ci abbia spinto ad essere così violenti contro noi stessi, e interiorizza quella violenza.

E' un po' lo stesso processo che avviene quando impariamo una nuova lingua, appena ci trasferiamo all'estero per esempio, veniamo sommersi da parole incomprensibili che compiono sulla nostra personalità una sorta di shock. Siamo spaesati, non riusciamo a comprendere persino le cose più semplici, ma senza accorgercene cominciamo ad interiorizzare tutte quelle parole incomprensibili, finché un giorno non iniziamo a buttarle fuori, ad usare quello che abbiamo sempre ascoltato, e si passa dall'interiorizzazione all'esteriorizzazione.

E non è quello che accade anche con gli episodi di violenza? Dopo lo shock, lo spaesamento, cominciamo ad interiorizzare e poi un giorno, magari presi dallo stress o dal nervosismo, esteriorizziamo quello che abbiamo "imparato" dalla vita, anche noi ci ritroviamo a compiere atti di violenza che pensavamo di non essere in grado neanche di pensare. Ecco lì che sbattiamo a terra qualcosa e shocchiamo noi stessi. Come posso essere in grado di compiere una cosa così? Dove ho imparato a comportarmi in quel modo?

Quanto la realtà esterna influenza il nostro carattere? Chi ha la meglio? La nostra educazione, la nostra cultura o gli avvenimenti del mondo esterno?

Ma come fermare questo processo di trasmissione della violenza?

Nessuno nasce violento e nessuno lo deve diventare.
Niente può turbarci a tal punto da farci perdere la pazienza.

La vita è bella, anche quando ci troviamo davanti difficoltà insormontabili o perdite esagerate, dovremmo cercare di trovare una ragione per cui vale la pena di non essere violenti.
La violenza fa male soprattutto a noi stessi, sono shock incancellabili.

Mi auguro che un giorno prima o poi, anziché trasmettere la violenza, ognuno di noi diventi portatore di benessere, così da trasmetterlo agli altri.
Se è vero che la violenza è trasmissibile, lo stesso processo deve valere anche per l'amore, se riusciamo a trasmettere la voglia di risolvere i nostri problemi in maniera positiva, questo verrà interiorizzato dai nostri spettatori, e così un giorno verrà da loro stessi esteriorizzati e prima o poi vinceremo sull'odio che sta prendendo la meglio in questa società.

Sii positivo, sempre. Cerca una ragione per essere positivo anche nei momenti più bui.

Me





venerdì 4 aprile 2014

C'era una volta...

C’era una volta una persona,

una persona bella, di quella bellezza interiore difficile da descrivere. Con occhi grandi che descrivevano e raccontavano il suo passato, così ricco, pregno e importante.

Questa persona si sentiva libera, libera di sorridere, senza vergognarsi di essere felice. La libertà è così, rimane silenziosa, nessuno ci fa’ caso, finché non si perde.

Un giorno questa persona ne incontrò un’altra, pensava la potesse completare, pensava fosse una persona speciale che avrebbe fatto di tutto per continuarla a vedere così libera e felice.

Passavano, i giorni, i mesi e gli anni, alla frivolezza dei primi momenti si avvicendavano gli impegni, quelli seri che riempiono le vite delle coppie mature.

Quelle due persone cominciavano a conoscersi meglio, solo nei momenti più intensi puoi capire la vera personalità di una persona, promesse a parte.

Quella persona dagli occhi grandi cominciò a circondarsi da tristezza e preoccupazioni; e ciò non dipendeva dalle difficoltà che la vita le stava mettendo davanti, ne ha passate talmente tante che quasi nulla la può davvero turbare, quello che davvero la faceva sentire triste era la paura di essere felice.

Quando era felice, veniva attaccata, giudicata, massacrata dentro fino a marcire, così imparò a non mostrare più quella felicità che brillava dagli occhi, quella che la rendeva bella.

Un fiore stupendo va lasciato in un prato verde a brillare, se lo raccogli per portarlo con te lo farai appassire e morire.

Questa è una favola dal finale incerto, né i personaggi, né lo scrittore riescono ad immaginarlo, forse perché un finale non c’è.

Quella stella vorrebbe tanto continuare a brillare senza che quella luce venga spenta, nessuno ha il diritto di farlo, perlopiù la persona che dovrebbe  amarla.

Invidia e amore non possono essere amici, bisogna capire da che parte stare.

Me