lunedì 31 marzo 2014

Lavoro di gruppo - Pro e contro

Oggi vorrei parlare dei lavori di gruppo che spesso siamo chiamati a compiere all'università o a lavoro.
Si tratta di un'opportunità di crescita personale, impariamo a far valere le nostre idee, a portarle all'interno di un gruppo e a trovare adesione o al contrario rigetto.
Ma quanto influenza tutto ciò sul nostro stato psicologico?

Personalmente si tratta sempre di una grande sfida, democraticamente parlando si dovrebbe dare spazio a tutti i componenti di proporre le proprie idee ma spesso, purtroppo, le nostre idee non vengono accolte in maniera positiva e allora come comportarsi?

E' meglio impuntarsi e spiegare al gruppo quanto la nostra idea sia proficua al risultato del lavoro o è meglio cercare di evitare i problemi e assecondare le idee maggiormente accolte?
Io sono una persona che vuole evitare i conflitti, soprattutto in gruppo, perciò dopo aver esposto il mio piano, se questo non è accolto cerco di comprendere le motivazioni degli altri componenti senza troppo problemi, anche se poi dentro sento un'amarezza, come se la prendessi sul personale, non è più solo la mia idea a non essere accolta, ma la mia persona.
Allo stesso modo, quando il mio piano trova piena fiducia e supporto, anche la mia personalità viene affetta da sentimenti positivi, come se fossi pienamente integrata all'interno del gruppo.

Ultimamente mi trovo molto spesso a dover affrontare sfide di questo genere, e non nascondo il fatto che le trovo estremamente difficili ma anche molto proficue per il mio apprendimento.

E' una continua scoperta, autoanalizzare le mie reazioni è molto interessante. Mi ritrovo a fare progetti su come vorrei comportarmi nel prossimo lavoro di gruppo, anche se non sempre riesco a portarli a termini, ma that's life, siamo in continuo apprendimento e questo è quello che rende la vita interessante. Se fossimo già in grado di comportarci sempre secondo le nostre aspettative, non avremmo più stimoli, non ci sarebbe alcun miglioramento in noi stessi.

Un augurio di buona settimana a chi si è imbattuto in questo articolo e soprattutto a chi, come me, è alle prese con  un lavoro di gruppo!

Me

giovedì 27 marzo 2014

secondo post... mi sto emozionando!!

Eccoci qua,

sarà l'euforia della novità ma mi sta piacendo l'idea di scrivere un blog. So che visto che non lo sto pubblicizzando, anzi lo mantengo nell'anonimato, ci sono bassissime probabilità che venga realmente letto da qualcuno, ma che importa? Del resto è scrivere che fa bene alla salute, leggere è un'altra cosa!!

Ieri riflettevo su quanto noi esseri umani viviamo perennemente nella speranza che qualcuno "ci accetti" (che legga il mio blog ad esempio :P), è inutile dire che alcuni se ne fregano, vanno contro corrente, sono anticonformisti. Non è così, ce lo insegnano i social network, dove c'è sempre la possibilità di "likare" qualcosa scritto da qualcun altro, questo dà un doppio beneficio, a chi riceve il "like" che vede valorizzato il suo pensiero, e a chi mette il "like" in quanto gli altri sapranno che quel pensiero è stato in qualche modo condiviso da lui.
Che poi pensavo: ognuno di noi ha un numero di "like" per cui si sente fiero di quello che ha scritto, ovviamente nella maggior parte dei casi è direttamente proporzionale al numero di "amici" di social network. 30? 40? 100? 1000? Ma se questi social network volessero davvero rispecchiare la realtà, o quantomeno dare un approccio equo alla situazione dovrebbero contare anche i "non like" e gli astenuti, perciò dovrebbe dire: "a 100 persone piace il tuo post, a 300 non gliene può fregare di meno, a 40 fa schifo". Così avremmo una vera panoramica dei nostri pensieri, non vale scrivere solo le cose positive, offre una visione distorta del fatto.
Ma questo è un discorso che non riguarda solo i social network, quante volte gli studenti fanno una domanda sperando che il prof dica "questa è una domanda interessante", quante volte tra amici si fa una battuta sperando che gli altri ridano e diano soddisfazione, quante volte a lavoro promuoviamo un'idea sperando che venga accettata e avvalorata, quante volte facciamo una scelta e ci facciamo problemi se un amico ci dice: ma sei sicuro/a?

Questo è il genere umano oggi, ma pensate al mondo animale, pensate che anche loro vivano in questo modo? Anche loro sono perennemente in cerca dell'approvazione?
Non è una domanda retorica, vorrei davvero dei punti di riflessione, anche se come dicevo prima, non ho certezze che questo blog venga letto da altri oltre che da me.

Bene, per oggi ho dato, auguro a tutti una buona riflessione.

Me



<a href="http://www.ilcurriculumvitae.org/" title="Scarica Curriculum"><img border="0" src="http://farm6.staticflickr.com/5493/9981598906_aed8a19a35_o.png" width="80" height="15" alt="Scarica Curriculum"/></a>

mercoledì 26 marzo 2014

Servus,

dopo anni di carta e inchiostro buttati (?) a scrivere pagine di diario, ho deciso di aprire un blog.
Sì, forse lo faccio per moda, ma forse no.

Mi piace scrivere, e come preannunciato dal titolo del blog ritengo che: scrivere fa bene alla salute, almeno alla mia. Mi aiuta ad aprirmi, senza pensare ai giudizi degli altri, mi apro silenziosamente davanti ad un foglio di carta, certo questo non dà risposte e consigli, ma ormai sono alla conclusione che le risposte sono davvero dentro di noi, cerchiamo solo la persona giusta che ce le spiattelli in faccia, per poter giustificare a noi stessi le nostre azioni, e così "sto provando a seguire il consiglio di..."; piuttosto che avere le palle di dire "ho deciso che...".

Bene, avrei mille cose da scrivere, ma voglio prima capire come funziona questo blog, se davvero qualcuno avrà la sciagurata opportunità di capitarci e se abbia la curiosità di leggere anche qualche post e perché no di persino di commentarli.

Me